Quando l’anima di un poeta è sveglia,
non v’è luogo, in cui essa non sappia poetare …
Monica Pasero
La sua prima poesia risale alla seconda elementare; uno scritto con penna rossa che ancora oggi l’autore rammenta con nostalgia; non ne ricorda i versi ma sa che fu l’inizio di questa sua grande passione…
Piccoli versi di bambino che ritornano, in età avanzata, nel cuore di Guido, spronandolo a ribellarsi alla sua timidezza e facendo sì, che la sua amata poesia lo porti lontano da quei suoi stati d’animo divenuti prigioni nel tempo.
Scrivere per lui è stato come liberare se stesso da una condizione di apatia che perdurava da troppo; ed ecco il bambino di allora che prende per mano l’uomo di oggi portandolo a una nuova consapevolezza; facendo in modo che i suoi versi volino alto nel cuore dei suoi lettori. Chi conosce Guido, sa quanto la sua delicatezza il suo modo garbato e familiare di porsi nella vita, trapeli anche nei suoi versi. In lui sono temprati insegnamenti familiari e solidi. Il poeta Guido Giannini, uomo di altri tempi, oggi si racconta tra le pagine di Oltre scrittura.
Solita notte insonne
Frena i sogni
Librati in volo
Dalla monotonia del giorno
A cercare vie nuove
Per vivere l'attesa
Del Bene che verrà.
Son sogni di bambino
Che ignorano il destino
Vivendo libertà.
Guido Giannini.
Guido, hai deciso di sfidare la tua timidezza e tramite i tuoi versi ti sei rimesso in gioco; la poesia che ti scorre dentro finalmente si è decisa a sfociare su carta. Quanto per te è stato utile questo passaggio della tua vita?
Mi sono liberato del me che mi ero imposto, tenendo in cuor mio: gioie, dolori, silenzi; il mio desiderio di comunicare è sempre stato frenato dal timore di disturbare, di suscitare critiche e maree di consigli, di apparire e non essere all'altezza degli altri. Mio fratello Mario, che mi ha sempre capito, in tutta la sua sensibilità, mi stimolò fin da ragazzo a liberarmi, a partecipare alla vita, dicendomi, lo ricordo come fosse stato ieri, “Bada che nessuno ti sta a guardare, buttati, vivi, balla anche se non sai ballare. Il mio essere introverso, però, mi ha frenato a lungo. Intanto scrivevo le mie poesie d’occasione che lasciavo qua e là ai rispettivi destinatari, senza conservarle. Poi nel tempo ho cominciato a custodirle gelosamente. Era il 2006 o 2007, credo, quando mia nipote, Paola Nicoletti, mi invitò ai primi Reading poetici che il suo gruppo AICAB TEA POETRY organizzava da tempo. Nonostante la mia riluttanza, partecipai ed ebbi l’ardire di leggere anche due mie poesie scherzose: all'amica Giuliana caduta vittima dell’asiatica e la venuta, un ironico gioco politico dedicato a tutte le forze allora in campo che nel corso degli anni ho aggiornato seguendo l’andare degli eventi.
Quella per me fu la mia prima liberazione; giunta tramite la poesia.
Hai pubblicato diverse raccolte poetiche di cui ricordo Pagine Bianche e Appunti di un’anima in viaggio. Due parole per entrambe.
A dire il vero due parole non basterebbero. Comunque ci provo.
Fui richiesto come amministratore nel gruppo AICAB TEA POETRY, mentre continuavo a scrivere in silenzio le mie poesie. Mia nipote, Paola, che aveva cominciato da un po’ di tempo a pubblicare, mi spronò perché lo facessi anche io. Ero titubante, indeciso, pensavo che le mie poesie non fossero “poesie” ma solo pensieri.
Nel frattempo mi ero inserito nei Social e tra le diverse amicizie incontrai una persona che fu per me molto importante e fosti e sei tu Monica Pasero, che, leggendo le mie poesie, cominciasti a far da pungolo perché le pubblicassi, infondendomi coraggio ed autostima. Fu così che mi decisi ad affidarti la cura della mia silloge PAGINE BIANCHE. La titolai così inserendo varie pagine bianche come dono ai lettori affinché annotassero le loro osservazioni, critiche ed eventualmente ne scrivessero delle loro. Anche da qui voglio rinnovare la mia gratitudine all'artista fotografa Isella Bellotti che volle accordarmi l’utilizzo di una sua foto per la copertina della Silloge, che più riguardo e più mi sembra bella nella veste grafica.
Nacque poi APPUNTI DI UN’ANIMA IN VIAGGIO che volli affidare sempre alle tue esperte cure, cara Monica che penetrata la mia anima, hai ordinato le poesie seguendo il criterio del viaggio di un’anima, un cammino a volte faticoso segnato da passioni, desideri, delusioni, speranze e vita. Interessante e perspicace l’idea di corredare le poesie con immagini stilizzate capaci di manifestare anche a chi non sa leggere il contenuto della poesia.
Oltre alla poesia, hai molte altre passioni, sei attivo nel mondo teatrale e letterario con l’Associazione Aicab Teatry Poetry, ce ne vuoi parlare?
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Ho avuto la fortuna – o meglio – mi sono incontrato col coraggio e la passione di mio nipote Pier Luigi Nicoletti, Presidente, fondatore dell’AICAB (Associazione Italiana Cantanti Attori e Ballerini), che, reduce vittorioso di eventi promossi dalla stessa, ha voluto prendere in mano la diretta responsabilità di un nuovo Teatro in Roma, a cui ha voluto dare il nome di TEATRO DEGLI EROI, perché ti assicuro che bisogna essere saggiamente temerari nell’intraprendere tale attività. Volentieri mi sono lasciato coinvolgere in questa impresa, svolgendo ogni possibile attività per farla crescere: Contatti con attori e attrici, giovani e meno giovani, con sceneggiatori e scenografi hanno notevolmente arricchito il mio bagaglio umano e culturale in un ambito che ho seguito fin da ragazzo. Profittando della disponibilità di questo Teatro moderno e ben dotto di strumentazione all'avanguardia, la nostra sezione letteraria ha fatto crescere il suo Tea Poetry trasformandolo dall'originale caratteristica di Incontro tra Poeti, prima in concorsi di poesia a temi e poi in veri e propri eventi teatrali nei quali i Poeti, con l’ausilio di attori e tecnici, hanno messo in scena le proprie poesie. Le ultime due Edizioni dell’Aicab Tea Poetry sono diventate incontro di tutte le arti: Pittura, Fotografia, poesia, prosa, canto e danza che hanno dato all'evento un’anima culturale di grande spessore. A questo programma ho lavorato molto insieme con la sceneggiatrice, scenografa e scrittrice Paola Nicoletti.
I tuoi versi alternano chiaro e scuri, stati d’animo differenti che si amalgamano nella quotidianità di un po’ tutti noi, dalla nostalgia del tempo che passa, alla voglia di vivere ancora grandi emozioni; e visto che i sogni non conoscono tempo, né età, io qui ti chiedo: Guido Giannini cosa sogna?
A questa domanda, tenendo presente la mia età, mi verrebbe di domandarmi: “ma alla mia età posso avere ancora dei sogni?”, in realtà avrei un sogno forse impossibile ma che desidero con tutto me stesso: avere salute sufficiente per donarmi tutto a tutti per poter dire con fiera umiltà: ho terminato la corsa, ho vinto la battaglia contro le mie timidezze, contro le offese recate agli altri, contro le delusioni, contro la pigrizia e quant'altro.
Nelle tue poesie si avvertono forti le tue radici e il tuo amore per la famiglia; un ricordo della tua infanzia per i nostri lettori.
La mia prima passione d’amore per una compagnetta d’Asilo che si chiama Sandra Giulianelli. Avevamo 4 anni e non la incontrai più. Ne ebbi qualche informazione 50 anni dopo da un’amica di mia sorella.
Un altro ricordo a me caro che rivela il mio carattere di ragazzaccio risale a quando avevo 10 anni: ero l’ottavo di 10 figli. Mio fratello primogenito Eugenio, una volta, mi chiese in prestito il mio orologio della Prima Comunione perché il suo era guasto e mi offrì 50 lire al giorno per il noleggio (era generoso e non era attaccato al denaro anche se era uno studente squattrinato). Glielo diedi subito e d egli mi donò le prime 50 lire della mia vita. Lo ringraziai e gli dissi che avrebbe potuto tenerlo fino a che voleva. Io intanto andai dall’orologiaio, suo amico, e gli chiesi di ritardare per un bel po’ la riparazione. Raccolsi cosi le mie prime mille lire. Eugenio lo seppe ma non mi rimproverò mai, anzi stette al gioco.
Alcune tue liriche sono diventate bellissime canzoni, ce ne vuoi parlare?
Circa tre anni fa, frequentai per qualche tempo il Circolo dell’IPLAC (Insieme Per La Cultura) di Roma presso l’Enoteca Letteraria di Tonino Puccica. In una delle riunioni c’era una socia, scrittrice e poetessa, che celebrava i suoi 50 anni di matrimonio. Le scrissi e dedicai seduta stante la Poesia DONNA CHE AMI. Proprio lo scorso mese di dicembre, in occasione della serata dedicata ai consoci di Sardegna per la presentazione della raccolta di Poesie IL TEMPO DEL RESPIRO, di Francesca Branca, il cantautore sardo Ennio Santaniello cantò alcune poesie che aveva musicato, tra le quali la mia DONNA CHE AMI. In brevissimo tempo aveva fatto un ottimo lavoro.
In precedenza, in collaborazione col Maestro Roberto Giglio, Insegnante presso la St. Louis School di Roma, scrivemmo la Canzone SOGNANDO L’ESTATE, tratta dalla mia Silloge APPUNTI DI UN’ANIMA IN VIAGGIO. Affidammo la canzone alla pregevole Ilenia Bianchi, già insegnante di canto presso la stessa scuola. È una canzone che mi ha rapito l’anima.
Prima di queste due canzoni ne scrissi altre due in collaborazione col chitarrista cantautore Amedeo Morrone: CON UN FIORE SEMPRE NUOVO, dedicata a mia moglie, e TU L’ATTESO scritta per il Natale, entrambe tratte dalla mia raccolta PAGINE BIANCHE.
Ho voluto affrontare questa esperienza come una sfida personale e ne sono rimasto soddisfatto. Potete trovare ed ascoltare queste mie 4 canzoni cliccate qui
Rainer Maria Rilke diceva: Ai veri poeti il primo verso viene regalato da Dio, mentre tutto il resto è dura fatica dell’uomo. E qui ti chiedo dove trovi l’ispirazione nei tuoi versi?
La vita è dono di Dio, il Creato, che noi abbiamo troppo duramente ferito, è dono di Dio. Tutte le doti che abbiamo sono un dono di Dio, a ciascuno la possibilità di impiegarle e svilupparle al meglio. Se il primo verso di ogni poesia è dono di Dio gli altri scivolano via senza fatica, ispirati dalle creature con le quali Egli mi fa incontrare, dagli eventi quotidiani, da una chat con un’amica o con un amico, dai sogni e dalle esperienze della mia vita.
Scrivere è sempre un gettare fuori qualcosa di noi, liberare emozioni a volte belle, a volte brutte. Quanto nella tua esperienza la poesia è stata di conforto nei tuoi giorni?
Come ho detto, rispondendo alla prima domanda, la poesia ha avuto in me un impatto catartico come s’usa dire negli ambienti culturali. Sì, mi ha liberato dagli oppressivi legacci della timidezza, della riservatezza e della mia solitudine. Mi ha fatto conoscere gente nuova, persone amabili, sensibili ma anche persone piene di Sé! Quando leggo le poesie altrui o rileggo le mie sovente mi pervadono la commozione o il sorriso a seconda delle emozioni che esse suscitano in me. La poesia è dunque anche il mio rifugio dove ricarico le batterie.
Le tue poesie negli anni hanno vissuto un’evoluzione non indifferente, sei cresciuto, maturato e hai assimilato forza e sicurezza di te… questo ci insegna che nella vita non si smette mai di evolversi e qui ti chiedo. A quando la prossima raccolta?
Posso dire che le poesie per la prossima silloge sono già pronte ed anche stavolta ne affido a te la cura, Monica se tu accetti. Già so che questioneremo su qualcosa, ma tra persone sensibili ci si comprende. Sono ancora indeciso sul titolo, ma lo sceglieremo presto. Anche questa prossima silloge sarà per lasciare un piccolissimo segno del mio passaggio negli ambienti frequentati e un mio dono agli eredi.
Se dovessi definirti in una sola parola quale sarebbe e perché?
Un Ottimista crepuscolare
Un uomo con i suoi alti e bassi ma ricco di sogni e speranze.
Se potessi viaggiare nel tempo e conoscere un letterato quale sarebbe? E soprattutto, cosa gli domanderesti?
Virgilio. Gli domanderei di guidarmi negli inferni, nei purgatori e nei paradisi di oggi, non per sistemarci qualcuno, ma per seguir virtù e conoscenza.
E giungo alla mia ultima domanda, di rito per Oltre scrittura e qui ti chiedo: Quanto è importante il sogno nella tua vita?
Il sogno mi fa vivere! Non potrei far nulla senza una idea guida, senza una meta da perseguire. Non importa se sarà arduo, forse improbabile, ma so che è esso che mi fa andare avanti.I grandi sogni odierni che condividiamo un po’ tutti noi sono l’amore, la pace e la libertà che ostacoliamo con ogni forza, mentre le desideriamo intensamente.
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