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Immagine del redattoreMonica Pasero

Un incontro inaspettato. Riflessioni su “Il Signore degli anelli” di J.R.R. Tolkiendi Miriam Di Noto


 

“La magia delle parole




portatrici sane di messaggi”

 

Succedono incontri inaspettati o forse solamente destinati.

E così in un momento di cambiamento sia personale che mondiale, essendo nel nefasto periodo pandemico, l’autrice ha intrapreso questo viaggio in una lettura che non solo l’ha attratta, ma le ha regalato spunti di riflessioni così importanti tanto da volerne scrivere un Saggio.

Siamo innanzi ad un’analisi profonda, intuitiva e appassionata di una delle Trilogie più amate al Mondo. Definita una delle opere letterarie di maggior successo del ventesimo secolo! Tradotta in 38 lingue.150 milioni di copie vendute! Un colosso sia editoriale che cinematografico. Sto parlando del “Signore degli Anelli” scritto da J. R. R. Tolkien tra il1937 al 1949, pubblicato in tre volumi tra il 1954 al 1955.

L’autrice s’addentra nella lettura di questi volumi carpendo tra le righe quei messaggi che solo un attento lettore può cogliere. Ci porta a conoscere personaggi e vicissitudini che animano l’opera, lasciandoci la sua personale interpretazione. Descrivendo aspetti e situazioni che in qualche modo possono far da monito alla nostra realtà. Ad esempio: la raffigurazione che Tolkien fa della “Gente grossa” (gli uomini) e “piccola” (gli hobbit) che si incontrano e dialogano senza diffidenze e discriminazioni.  Può fungere da messaggio, come scrive l’autrice, da monito su quanto sia importante l’inclusività di ogni essere umano. Toccando così le tematiche del bullismo e del Body-shaming. 

Leggendo questo saggio mi sento di dire che spesso si ha bisogno della fantasia per elaborare la dura realtà e capirne il senso e forse, questo, Tolkien lo aveva compreso. Un romanzo potente in cui la narrazione, seppur di piglio fantastico, ha saputo forgiare generazioni, i suoi tanti messaggi non sono stati inascoltati ma sono arrivati, e ciò si evince dal grande successo dell’opera in quegli anni (e non solo) che diventò quasi un emblema nelle ribellioni giovanili, nelle contestazioni, come scrive l’autrice, “negli anni sessanta i giovani nei campus americani lottavano contro la guerra in Vietnam inneggiando a Gandalf e Frodo. Il movimento hippy ha visto nel Signore degli anelli espresso il proprio anelito alla libertà e alla vita a contatto con la natura.”  

Tolkien scrisse quest’opera durante la seconda guerra mondiale, molti dei suoi messaggi sicuramente erano accomunati al suo stato d’animo.  L’autrice scrive: L’autore sottolinea la funzione ingannatrice delle parole, capaci attraverso bugie di creare odio e di spingere gli uomini a lottare contro i propri simili, vedendo in essi una minaccia e un pericolo per la propria incolumità.”  Riferendosi alla propaganda di quegli anni di guerra.

L’autrice ci dona tantissimi spunti su cui riflettere… Una parte del Saggio sarà dedicata alle similitudini dei testi di Tolkien e Manzoni. Quali? Ci sarebbe tanto da scrivere. Davvero tanto! Ma vi toglierei il gusto della scoperta.

Per chi come me non ha mai letto “il Signore degli anelli” è stata una bella sorpresa comprendere quanta profondità e saggezza si cela tra le sue pagine, e per chi lo ha letto sarà un modo per approfondire ciò che forse aveva già intuito o gli era sfuggito durante la lettura.

Lettura consigliata!

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